"…truppe di Galli, attirati dal bottino […] giunsero armati in piedi su cocchi e carri, con grande frastuono di ruote e di cavalli che terrorizzò i destrieri dei Romani […] Non appena la fanteria dei Galli comprese che i nemici erano in preda al panico, si fece sotto senza lasciar loro il tempo di riprendere fiato." – Tito Livio, Ab Urbe condita, XVIII-XXVIII
Giunti in Italia nei primi anni del IV secolo a.C., ultimi tra le popolazioni celtiche a varcare le Alpi, i Galli Senoni si erano resi protagonisti del Sacco di Roma, quando guidati da Brenno avevano posto l’Etruria e il Lazio a ferro e fuoco, forse prezzolati dai Greci di Siracusa. Da sempre un popolo combattente e mercenario, i Senoni avevano finito per stabilirsi nelle Marche, nel territorio che prese da loro il nome di Ager Gallicus. Divisi in indomite tribù guerriere, nell’emporio siracusano di Ancona venivano per essere reclutati negli eserciti magno-greci ed ellenistici, andando a combattere per il soldo in Sicilia, in Grecia e fino in Oriente. Allettati dall’opportunità di un ricco bottino, i Senoni risposero alla chiamata del sannita Gellio Egnazio, e i loro carri da guerra sparsero il terrore tra le fila Romane sul campo di bataglia di Sentino.