I Romani

I Romani

"[Decio Mure] rendendosi conto di non essere in grado di mantenere uniti i suoi uomini ormai allo sbando, invocando per nome il padre Publio Decio, esclamò: «Perché ritardo il destino della mia stirpe? Questa è la sorte della nostra famiglia, di essere vittime espiatorie nel momento del pericolo della nazione. Ora consacrerò insieme a me le schiere nemiche in sacrificio alla Terra e agli dei Mani!»" – Tito Livio, Ab Urbe condita, XXVII

Agli inizi alla fine del IV secolo a.C. Roma si stava affermando come potenza egemone in Italia centrale. Fiaccata la potenza degli Etruschi, ormai al tramonto, i Romani si erano volti verso l'Appennino e la Campania, intessendo alleanze con diversi popoli italici ma andando a scontrarsi contro la potente federazione delle tribù sannitiche. Dopo ben due guerre combattute contro l’indomabile popolo dei monti, dal cui confronto la macchina bellica romana era uscita profondamente modificata e rafforzata, Roma si trovò a dover affrontare lo scontro decisivo per il predominio sull’Italia centro-meridionale, quando il sagace comandante sannita Gellio Egnazio riuscì a contrapporgli una lega composta da tutte le principali nazioni egemoni confinanti, trasferendo il teatro delle operazioni presso l’Ager Gallicus, le odierne Marche. La Battaglia delle Nazioni avrebbe deciso il destino di Roma.